domenica 29 giugno 2014

PICCOLE STORIE #10

Miss Lily - 8a+ - Cornalba


“Nei momenti in cui il regno dell’umano mi sembra condannato alla pesantezza, penso che dovrei volare come Perseo in un altro spazio.
Le immagini di leggerezza che io cerco non devono lasciarsi dissolvere come sogni dalla realtà del presente e del futuro. 
(Italo Calvino – Lezioni americane)

 “Io credo che la montagna sia semplicemente un posto di pace, un luogo che mi permette di vedere le cose secondo una prospettiva diversa, – Nico Favresse fa una breve pausa per cercare le parole esatte e poi continua - la montagna mi offre una prospettiva diversa.” Sean Villanueva, il suo compagno di avventura, aggiunge: “La montagna è un ottimo mezzo per saggiare i tuoi limiti mentali e fisici, ma soprattutto è un ottimo modo per sentire il potere della natura e del mondo.” Riprende Nico: “Nessuno mi obbliga a fare tutto questo. Quando parto per una grande parete so esattamente cosa mi aspetta: il freddo, la fatica, gli zaini pesantissimi, le bufere, le lunghe attese, il pericolo. Tutto ciò non ha nulla di eroico e non è questo che voglio raccontare.” Anche quest’anno i due alpinisti, ospiti per la terza volta de “Il Grande Sentiero”, evento patrocinato dalla nostra associazione e organizzato da LAB80, hanno raccontato, con leggerezza e intensità, le loro avventure verticali. Durante i quattro giorni dell’evento, scanditi da incontri con il pubblico e momenti di arrampicata collettiva, ciò che ha calamitato le attenzioni di un pubblico variegato e composto non solo da alpinisti, sono stati i toni scanzonati e a volte dissacratori con cui hanno narrato le loro storie. Accompagnandosi con la musica, tra una risata e un applauso, bandendo ogni tecnicismo e tono retorico o autocelebrativo, Nico e Sean ci hanno trasportato tutti in parete, trattenendoci lì per giorni e giorni, tra momenti di arrampicata e improbabili concertini chiusi nelle portaledge sospese nel vuoto, mentre fuori infuriava la bufera. Abbiamo quindi ascoltato Sean che, con il suo improbabile italiano, ci ha fatto rivivere, con trepidazione e una grande risata finale, il momento più drammatico della sua attività alpinistica, quando su una grande parete, dopo giorni di scalata, una raffica di vento gli ha strappato di mano l’ultima scorta di carta igienica.
Ciò che resta di questi incontri è quel senso di leggerezza che dovrebbe accompagnare ogni nostra azione, e quella determinazione tenace nel perseguire le proprie passione e dedicarsi a queste seriamente, con competenza e attenzione, senza mai prendersi troppo sul serio, con la giusta dose di ironia. Che sia nel nostro andare in montagna o nelle azioni quotidiane è importante tornare a valle, o arrivare alla fine di una giornata, con la consapevolezza del proprio agire, cercando di trattenere la gioia che scaturisce dall’avere vissuto attimi unici.


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