domenica 5 maggio 2013

... PERO' C'E' IL MARE DA ASCOLTARE



… l’arredamento non cè,
però c’è il mare da ascoltare,
il tramonto da aspettare.
Qui dentro noi viviamo liberi.
Vada via, se non riesce
a stare in sintonia. 
Bruno Lauzi – L’ufficio in riva al mare



Musica, musica, musica. La risacca, le onde, il vento, il rombo delle auto sulla Flacca, il vociare dei turisti al santuario, il tocco delle campane, il silenzio del bosco, il frusciare delle foglie, il grido dei gabbiani, il canto di invisibili uccelli nella macchia, lo sciabattare del Cardu, la battuta pronta di Dan, il suono del materiale appeso all’imbrago, lo scattare dei moschettoni. Musica, musica, musica.

Siamo sul bordo della scogliera. Siamo sul bordo della Montagna Spaccata. Oggi il cielo è di un blu intenso e profondo, non una nube, non un vapore, non una velatura. Blu semplicemente blu, cielo e mare, mille tonalità a fondersi in un  orizzonte netto e lontano. Una linea oltre la quale si aprono infiniti mondi, infinite vite, promesse. Una linea che a volte è un limite, una soglia entro cui ritroviamo il nostro spazio. Su questo mare veleggio Ulisse, su questa coste approdò per ripartire e cercare senza tregua ciò che c’è oltre ogni orizzonte.

Buttiamo le doppie, le corde sibilano nell’aria perdendosi oltre il bordo. Mi affaccio, una vertigine di roccia precipita a fondersi nello specchio inquieto. Acque che danzano e suonano la loro melodia, che rimandano canti di sirene e voci di marinai, di amori impossibili e di potenti magie. Inizio a calarmi e mi immergo nei miei pensieri e in questo spazio fatto di vuoto. Spazio compreso tra due linee, due superfici, una verticale e l’altra orizzontale. Geometrie perfette ad intersecarsi la dove ribolle la risacca. Dimensioni che si fronteggiano e si fondono, amplificando tutto quanto accade in questi cieli che le colmano.

A pelo d’acqua sostiamo, ci ritroviamo, recuperiamo le corde con attenzione per non farle cadere in acqua. 

Non abbiamo fretta e ci piace restarcene appesi sopra lo schiumare delle onde. Si chiacchiera, si ride, si sta zitti, in sintonia perfetta. Nel mentre riempio gli occhi di tanta meraviglia e le orecchie dei suoi suoni, della sua musica. Certi istanti vorremmo durassero sempre, ma “non c’è niente che sia per sempre” ed iniziamo a scalare, iniziamo a salire.

Quattro giorni tra Sperlonga e gaeta, tra verticale e orizzontale in una photogallery

venerdì 3 maggio 2013

ARRIVI E PARTENZE OVVERO FARE UNA TORTA

Fare una torta.
Ho ingredienti trovati per caso, ho ingredienti scelti consapevolmente, ho ingredienti che mi hanno donato gli amici. I
n cucina stendo tutto sul legno antico del tavolo. Osservo attentamente. Ho solo questi pochi ingredienti, non posso averne altri, non voglio averne altri. Mi basteranno. Sorrido e già immagino il risultato. Sarà una torta povera, sarà una torta dai gusti decisi e allo stesso tempo delicati. Ingredienti poveri ma proprio per questo preziosi. Li manipolo con cura. Con attenzione li amalgamo. Sento l'impasto crescere tra le mani, prendere forza, lievitare.

... A lei piaceva aspettare e veder arrivare.
Amava gli arrivi e si adattava alle partenze...
                                       Marc Augé - Diario di un senza fissa dimora

 
Ho degli amici speciali, molto speciali, con loro non scalo pareti di ghiaccio o di roccia, con loro non scio su candidi pendii di polvere. Con loro mi diverto a salire gli imprevedibili monti dello scrivere e del leggere. Con loro condivido un medesimo sentire, loro sono speciali, sono i miei amici speciali. Ci piace scrivere delle nostre quotidiane resistenze. Piccole azioni, piccoli pensieri che, se uniti e condivisi, possono forse avere più forza, anche solo per noi.
il mondo è un corpo celeste
il corpo è una bestia che se ne va
luoghi visibili e luoghi invisibili
popoleranno il nostro cammino
la fragilità è tutto quello che abbiamo
che senso ha se tu solo ti salvi? 
Anna Maria Ortese, Antonio Neiwillewr, Paola Carbone

A volte ci troviamo, colmando le distanze che ci dividono, distanze geografiche che si sbriciolano anche solo per guardarsi, passeggiare in silenzio o chiacchierare.L'ultima volta è successo qualcosa di particolare e per nulla cercato. Mi sono ritrovato tra le mani frammenti impigliatisi nella rete della casualità e mi dispiaceva buttarli, ci ho pensato e ripensato ho chiesto agli amici consiglio e qualcosa ne è nato.

"Amici speciali ho letto le vostre righe, vi ho immaginati davanti allo schermo, ho cercato di sentire il vostro pulsare. Poi ho fatto come faccio in cucina. Quelli erano gli ingredienti e quelli dovevano restare, stava a me miscelarli nella giusta misura.  Ho asciugato alcune parole lasciando l’essenza. Ho tagliuzzato la camminata per dare un ritmo visivo. Ho incastrato voci, pause, immagini riducendo, scavando, nel cercare la giusta forma o quello che a me pareva tale. Ho trovato la semplicità preziosa di un dolce fatto in casa da offrire a voi e da gustare insieme agli altri che avranno voglia di dedicarci del tempo. Qui forse, in queste immagini, in queste parole, possiamo trovare la nostra essenza fatta di consapevolezza e del nostro quotidiano resistere."